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Alzarsi all’alba. Recensione del libro

  • Immagine del redattore: nocitovalentina
    nocitovalentina
  • 19 minuti fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Alzarsi all’alba (2025) di Mario Calabresi. Recensione del libro.


La difficoltà rafforza la mente come la fatica rafforza il corpo.

Cit. Seneca


In Alzarsi all’alba Mario Calabresi porta il lettore dentro un viaggio intimo e concreto allo stesso tempo, dedicato a ciò che significa impegnarsi davvero, rimboccarsi le maniche e affrontare la vita con serietà. Il titolo non è solo un’immagine poetica: l’alba è il simbolo di chi decide di mettersi in moto quando gli altri ancora dormono, di chi sceglie la via più difficile ma più autentica, di chi considera la fatica non un ostacolo da evitare, ma una condizione naturale del costruire.


Calabresi osserva con lucidità il nostro tempo e coglie un cambiamento: oggi si tende a cercare scorciatoie, soluzioni immediate, gratificazioni rapide.

La fatica  fisica, mentale, professionale, è vista come un problema, non come una parte essenziale della crescita.


Il libro diventa così una sorta di controcanto: una difesa delle virtù semplici e robuste che hanno sempre permesso alle persone di affrontare le sfide della vita quotidiana.


Le storie che Calabresi racconta non sono epiche. Sono normali, quotidiane: uomini e donne che si svegliano prima dell’alba per lavorare, per accudire qualcuno, per studiare, per portare avanti un progetto in cui credono.


Questa normalità è la forza del libro. È un invito a riconoscere il valore delle persone che non appaiono, che non cercano visibilità, ma che tengono in piedi il mondo con la loro costanza.


Uno dei messaggi più chiari è che l’impegno non è solo un fatto individuale: è un atto di responsabilità verso gli altri.


Calabresi lo racconta con gratitudine e con rispetto, mostrando come il senso del dovere sia qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, e che si tramanda non attraverso lezioni teoriche, ma con gli esempi: un padre che lavora in silenzio, una madre che non si lamenta mai, un collega che resta fino a tardi perché il lavoro va fatto bene.


La fatica non è presentata come sacrificio sterile, ma come un’esperienza che restituisce profondità alla vita.


La fatica allena il carattere, permette di riconoscere ciò che vale davvero, dà forma al tempo.


Sul piano psicologico, la fatica accettata, e non subita, dà un senso di direzione, aiuta a distinguere i desideri dalla volontà, e fa crescere l’autostima in modo autentico.


Alzarsi all’alba è un libro che richiama il lettore a un ritorno alla sostanza: al lavoro ben fatto, all’impegno costante, alla forza che nasce dalla disciplina.


È un elogio della vita vera, quella che cresce nel silenzio delle mattine presto e nelle scelte quotidiane che nessuno vede ma che definiscono chi siamo.



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